Arcangelo Galante
- 23/03/2020 17:57:00
[ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]
Già il titolo presenta il tema intavolato dal poeta sulla mitologica figura greca, per l’appunto quella di Chirone, centauro oggi associato al segno zodiacale del Sagittario. Nacque da Filira e da Crono e, per conquistarla, si trasformò in un cavallo. A differenza degli altri centauri, che, come i satiri, erano ignoranti e dediti alla violenza, Chirone si distingueva per la grande bontà danimo, per la saggezza, per la conoscenza delle scienze, in particolare quella medica. Fu pertanto considerato il capostipite di tale disciplina, in quanto maestro di colui che la mitologia greca considerava il dio della medicina, Asclepio. Difatti, secondo le leggende tramandate, ebbe per allievi numerosi eroi, tra i quali Achille, Esculapio, Enea, Giasone, Teseo, Dionisio, etc. Ma il testo non presenta soltanto la figura dell’immortale Chirone, bensì la città veneta di Eraclea, affetta dal dilagante malessere epidemico che la travolge, sino a proseguire con figure eroiche di soccorritori e medici, figli di Ippocrate, i quali, prestando fede al giuramento di curare i malati e soccorrere i sofferenti, continuano il laborioso compito di aiutare l’umanità intera. Il testo mi è piaciuto per le calzanti analogie storiche, argutamente trasportate nell’odierna situazione. Applausi ed elogi meritati all’autore!
|